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Come trarre qualche lezione dalla mancanza di lavoro

Mancanza di lavoro, disoccupazione, mancanza di lavoro in inglese, licenziamento per mancanza di lavoro
Scritto da Alexander

Sono tempi di crisi, o forse no… non lo so, dato che cerco di non farmi contaminare dalla negatività di giornali e telegiornali, che addirittura, per aumentare le vendite, speculano sulle tragedie umane, semplificandole, e sostengono che esistano i “suicidi da disoccupazione”. Fatto sta che è possibile che non si abbia un lavoro… e che lo si cerchi disperatamente. Perché, dunque, non rendere la situazione più positiva? Perché non operare alchemicamente, traendo lezioni di vita impagabili da una situazione che è, in realtà, difficile e tragica solo fintanto che ci si accanisce a reputarla tale?

Cosa intendo esattamente? Intendo sostenere che in assenza di lavoro ci si potrebbe fermare un’attimo a pensare cosa sia veramente importante per se stessi. In altri termini: è più importante portare a casa una pagnotta facendo qualcosa che, nella migliore delle ipotesi ci è indifferente e nella peggiore ci è odiosa, oppure investire il nostro tempo – la nostra risorsa più preziosa, anche credendo nell’immortalità della nostra Consapevolezza- nell’identificare i nostri obiettivi più trascendentali, nel fare qualcosa per lasciare il mondo in uno stato migliore di quello in cui era prima del proprio arrivo?

Il lavoro è, attualmente, l’attività cui la gran parte delle persone dedica la gran parte del proprio tempo. Per cui è bene che sia “quello giusto”. Quello che emoziona, che fa essere sicuri che si stia facendo la cosa giusta. Ecco che il concetto di base dell’articolo, ossia la necessità di dedicare il tempo in cui non si lavora alla ricerca della propria vera vocazione, si afferma in tutta la sua importanza.

Come può farsi questa riflessione?

Innanzitutto riflettendo sulla circostanza che- molto probabilmente- il lavoro che si è fatto fino ad oggi lo si è “scelto“, appunto, o perché costretti dalla contingenza di dovere guadagnare qualcosa, o perché si doveva fare contento qualcuno, magari per continuare una “tradizione di famiglia”.

Poi, occorrerebbe tornare a quando si era bambini. Cosa si sognava di fare? Quelle intenzioni, che con gli occhi adulti possono essere bollate come “irreali”, “poco concrete” o, appunto, bambinesche, probabilmente sono tali, però… E si tratta di un grande Però, può darsi che quei sogni d’infanzia rivelassero delle tendenze importanti che abbiamo troppo a lungo ignorato. Quindi, se si sognava, magari, di essere astronauta, ciò potrebbe voler dire che in noi era presente un bisogno di esplorazione di nuovi luoghi e nuove situazioni, con il quale non sarebbe troppo tardi per tornare in contatto.

In secondo luogo, semmai si è ancora al lavoro, si potrebbe prestare più attenzione a cosa esattamente si preferisce fare all’interno delle mansioni comprese nel proprio lavoro. Anche quello potrebbe essere un indizio. Se, ad esempio, si lavora in un negozio, con diverse mansioni, potrebbe darsi che si preferisca interagire con i clienti piuttosto che occuparsi del magazzino. Ebbene, questo potrebbe essere un indizio che indica che il proprio”lavoro da sogno” sia uno nel quale l’interazione con un gran numero di persone sia fondamentale.Mancanza di lavoro, disoccupazione, mancanza di lavoro in inglese, licenziamento per mancanza di lavoro

Infine, può tentarsi una trasformazione alchemica anche del’invidia. L’invidia, di per sè, è un’emozione orribile, che consiglio di tenere a bada. L’emozione in questione è compagna di quell’altra piaga che è il paragonarsi agli altri: ricetta sicura per l’infelicità ed il fallimento. Però, la’invidia può tornare utile in questo contesto. Infatti, ponendo attenzione a chi e cosa si invidia, si può comprendere meglio cosa si vuole veramente. Con un procedimento non nuovo per chi segue questo sito ed è interessato alla crescita personale, dunque, si sublima un nemico, l’invidia, rendendocelo addirittura maestro, con il doppio risultato positivo di svuotare l’invidia – anche al di fuori di quel caso specifico- della sua forza dannosa, e, appunto, di far si che ci mostri quale sia la nostra vera vocazione.

Non sottovalutare l’importanza della riconsiderazione (ridimensionamento?) del lavoro nell’ambito dell’aumento della tua consapevolezza di te. Leggi altro sul tema cliccando qui.

Foto di lannyboy89

 

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