Sì, lo ho scritto nel titolo e lo ripeto, abbasso il perfezionismo!
La prova di quanto credo è proprio in questo articolo, che scrivo dopo diversi mesi di inattività, e che quindi non avrà il lustro, la lucidità, l’eleganza e la chiarezza di quelli scritti in passato, quando la vena creativa era sfavillante. (Od almeno così mi piace credere e scrivere!)
[Tweet “Il perfezionismo è la sublimazione della Procrastinazione”]
Rettifico, con un rovesciamento paradossale – ma qualcuno ha detto che l’opposto di una grande verità è pur esso una grande verità:
Il perfezionismo è la forma più meschina di procrastinazione…
Proprio così, perchè il perfezionismo significa paralisi, significa rinvio dell’attività e della creazione, in base ad una ragione apparentemente nobile e sacrosanta. Nell’avverbio apparentemente, però, è nascosto il cardine del ragionamento. Per capirlo, basta rifarsi alla saggezza popolare del “nessuno è perfetto” o de “la perfezione non esiste” e del “non si può avere tutto!”. È proprio così, la perfezione non esiste, è il più relativo dei concetti, a discapito del carattere assoluto della parola; perfetto in che modo? Perfetto per chi?
Anche se esistesse la perfezione, poi, raggiungere il miglior livello di cura e di raffinatezza nei dettagli è un’ impresa parossistico-titanica, per definizione destinata a rimanere incompiuta. Vi sarebbe sempre un aspetto da migliorare per avvicinarsi a questa fantomatica perfezione.
Quindi, non iniziare qualcosa, sia esso una dieta, un progetto imprenditoriale, una relazione… qualunque cosa, perchè si constata che questi non potranno essere completati perfettamente, in ossequio agli immutabili criteri della perfezione, significa semplicemente non avere il fegato di cominciare. Di temere il fallimento, e la figuraccia (verso chi o cosa, poi?) di avere provato e fallito, e di mascherare il tutto con una fascinosa veste di volontà-di-raggiungere-traguardi-elevatissimi-tali-per-cui-è-meglio-non-fare- niente. Significa, dunque, propalare la più bassa menzogna.
Si tratta, poi, di una macchinazione completamente interiore, di una sega mentale, direbbe qualcuno. La perfezione, come scritto, è massimamente relativa, oltre che solo nell’occhio di chi guarda, così come è solo nella mente di chi valuta l’impresa da compiere, la paura del “fallimento” . Ancora, è solo nelle valutazioni di chi valuta il da farsi, che questo da farsi debba avere queste o quelle caratteristiche, e che debba rispettare una serie di passi (irrealizabili), prima di essere …. perfetto! Ed al culmine dell’ orgasmo mentale: è solo nella mente del perfezionista di turno l’idea che, nel caso dell’eventuale fallimento vi sia qualcuno o qualcosa a giudicare e punire severamente per detto fallimento. Pure completamente fittizia è l’idea che il fallimento sia derivato dalle motivazioni supposte -cioè che il progetto non sia stato eseguito perfettamente- anzichè, invece, derivato da altre motivazioni. (La parola “Fallimento” era in corsivo perchè usata in un senso erroneo: non esistono fallimenti, solo lezioni, come traspare in altri articoli).
Di fronte ad una sfida, qualunque essa sia, bisogna avere il coraggio di fare il primo passo! Ciò non vuol dire che non si debba e possa fare un poco di analisi e di ricerca di informazioni, ma queste devono essere contenute al massimo. Poi bisogna cominciare, ed aggiustare il tiro in corso d’opera.
Quanto scritto non significa nemmeno, ovviamente, che non si debba mirare al meglio di cui si è capaci, alla massima efficienza che si crede possibile, ed alla massima bellezza (di un servizio che si presta o di un prodotto che si vende), ma queste forme di perfezionismo (buono) non devono essere confuse con quello negativo di cui si è scritto fino al precedente paragrafo.
Spero che questo articolo, venuto dopo una lunghissima assenza da questi schermi, non risenta fino ad un eccesso negativo di quello che ho scritto: che sia, cioè, scritto male, per pubblicare qualcosa a tutti i costi… Ma se così è, ben venga, almeno è prova di coerenza.
Se sei in paralisi di fronte ad un progetto per te ambizioso, insomma: se soffri di procrastinazione, e di “analisi patologica” assicurati di leggere:
https://siamouniverso.comprocrastinazione-e-delirii-di-un-giovane-blogger
Se le “grandi sfide” della vita ti spaventano, impara a prenderle un poco alla volta leggendo:
https://siamouniverso.comi-trenta-giorni-magici-per-il-cambiamento
Foto di Nick Fewings