No! Nemmeno il più illuso si sognerebbe di cambiare, ad esempio, gli esiti della seconda guerra mondiale. Sono cosa fatta, passato. Punto. Allora perché pensare di cambiare anche ciò che è successo 5 minuti fa? In fondo si tratta della stessa impossibilità, eppure spesso si soffre di questa strana malattia, per cui si rimugina e si soffre pensando ad un passato ormai sicuramente immutabile.
Il primo caso in cui pensare al passato può essere fruttuoso si verifica se, contemporaneamente, si riflette sul come modificare gli effetti di una qualche azione od evento passati, per renderli a sé più favorevoli.
Il secondo caso in cui rimuginare sul passato può avere conseguenze favorevoli si dà quando l’attività è finalizzata a trarre lezioni e, ciò che è più difficile, a bene imprimersi nella memoria tali lezioni ed il corso di azioni da seguire per non ripetere l’errore.
Qualcuno potrà deridere quanto scritto fin qui, magari pensare: “va bene, lo so, non bisogna piangere sul latte versato! C’era bisogno di leggere SiamoUniverso per saperlo.” Ma è innegabile che molti proverbi e detti popolari contengono grandi verità, il condensato delle esperienze di intere generazioni. Applicarli veramente, dunque, e non solo conoscerli come cantilene trite e ritrite, sarebbe una ricetta per risparmiarsi tante sofferenze e tanti incidenti di percorso.
Oltre a queste due categorie di ipotesi nelle quali rivolgersi al passato può essere utile, dunque, sarebbe bene non farlo e semplicemente accettare ciò che è stato, capire che alcune conseguenze di azioni ed eventi trascorsi sono inevitabili ed immodificabili, e guardare nel modo più sereno e costruttivo al futuro.
Foto di Noemi Jiménez