Spiritualità

Il Tempo, lo Spazio e la Pietra… o “L’inutilità irreversibile del tempo”

Scritto da Alexander

Vi è un articolo, “riflessioni eretiche sul tempo”, interamente dedicato a ridefinire, per usare un eufemismo, il concetto di Tempo. Ridefinire tale concetto è, a mio parere, un passo fondamentale per la ricerca spirituale, per comprendere maggiormente l’ineffabile e profondo senso della vita, per trovare Dio (o chi per esso), per realizzare i propri sogni più agevolmente… Insomma, per un bel po’ di cosette appetitose. Eppure è così inculcato in noi (ed il tran tran quotidiano non fa che peggiorare le cose), che è difficile ridefinirlo o, meglio ancora, trascenderlo. Sembra troppo reale, ed i suoi frutti troppo reali e concreti, per potere percepire che tipo di illusione che è.

Lo stesso vale per lo Spazio. Riviverlo in un modo diverso, assaporare la sua evanescenza ed inconsistenza sono passaggi tanto arditi e misteriosi quanto utili, e forieri di grandi realizzazioni.

E sia il tempo che lo spazio sono stati “affettuosamente” beffeggiati tra le righe di diversi articoli di SiamoUniverso, come nell’ultimo sul reale significato della Preghiera. Data l’importanze delle questioni, ritorniamo ancora sulle stesse…

Tutto nasce da un oblìo programmato… Se non dimenticassimo, non potremmo, ovviamente, ricordare. Ricordare chi siamo, che è il fine perenne della/delle vite.  Si dimentica che tutto accade qui ed ora. Non c’è altro tempo che l’Adesso, non c’è altro luogo che questo.

Tutto ciò che esiste è Qui ed Ora…

Eppure scegliamo di fare esperienza della magnificienza del qui ed ora in ogni loro minuto dettaglio, e di fare esperienza della nostra divinità interiore che crea proprio ogni minuto dettaglio della realtà. Ed i due filtri esperienziali di cui ci serviamo sono proprio il Tempo e lo Spazio.

Questa idea di usare tali filtri ci ha fatto esplodere di gioia, e questa esplosione di gioia ha creato uno spazio tra le diverse parti di noi, con il tempo necessario per coprire lo spazio frattanto creatosi tra tali diverse parti.

Con una strana metafora, potremmo immaginare che ci siamo fatti a pezzi per la felicità, e perennemente stiamo collezionando i pezzi.

Grazie al filtro, o alla prospettiva, Tempo, abbiamo diviso l’indivisibile, in modo da vederlo meglio, nei suoi dettagli, ed al contempo crearlo.

Immagina la visione di una pietra… “solida” al microscopio: particelle in movimento con vuoti siderali intorno, e milioni di accadimenti in contemporanea, con la creazione dell’illusione di un tutto, unico, solido ed immutabile (salvo che nelle ere geologiche??!!).

Ebbene, il Tempo è come il microscopio per la tua anima.

Torniamo all’esempio della pietra… C’era una volta una pietra, con miliardi di atomi a costituirla, protoni, neutroni; e tutte queste particelle a muoversi costantemente, a saltare da un “qui” ad un “lì”, costantemente, ed usando del tempo per farlo… eppure facendolo così velocemente da far sembrare la pietra completamente immobile. La staticità e l’Essere per antonomasia (o lo “stare”, come al meridione). E la pietra se ne stava lì, immobile, a prendersi acquazzoni, venti, sole così forte da (quasi) spaccarla. In un anelito filosofico, la roccia si chiedeva “che cosa è che si muove dentro di me?”.

Una voce da lontano gli rispondeva: “sei tu!”

“Io”, rispondeva la pietra, “è impossibile, tutti possono constatare che sono immobile.”

“Sì, se ti si guarda da lontano”, concordava la voce distante. “Sembri effettivamente solida e statica dalla distanza, ma se mi avvicino, se vengo molto, molto vicino, vedo che Tutto ciò che sei è puro movimento. Miliardi di parti che si muovono a velocità incredibili nel tempo e nello spazio per creare l’immagine di te come ‘roccia’. Sei magia pura, ti muovi e sei immobile allo stesso tempo!”

“Ma”, chiese la roccia, “quale è l’illusione? L’unità ed immobilità della pietra, oppure il movimento e la mutevolezza delle sue parti?”

E la voce rispose: “Quale è, dunque l’illusione? L’unità ed immobilità di dio, oppure il movimento e la mutevolezza delle sue parti?”

Ebbene: la roccia della parabola rappresenta un’intera cosmologia. La vita è una serie di minuti e rapidi movimenti. Ma questi movimenti non hanno alcun impatto sull’ Unitarietà e sul semplice Essere di Tutto ciò che è. Ma come per la roccia, è proprio il movimento che crea la staticità. Dalla distanza si percepiscono proprio questa staticità ed unitarietà… non potrebbe essere diversamente, poichè Tutto ciò che è, è esattamente Tutto ciò che è, e nulla più.

Mentre dalla prospettiva “limitata” da cui noi osserviamo Tutto ciò che è, non possiamo che vedere le singole parti, ed il movimento frenetico; non una Essenza, ma tanti esseri in costante mutamento e movimento.

Ma entrambe le prospettive sono accurate, e possiedono della verità.

ed ancora

L'inutilità irreversibile del tempo, tempo e spiritualità, qui e ora, Adesso

… prospettive…

Foto di JR Korpa

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