Il libro Psicocibernetica è un grande classico della letteratura sul miglioramento personale su basi scientifiche. Contrariamente ad una copiosa serie di libri ed altro materiale istruttivo che si basano su concetti un po’ più astratti, spirituali o metafisici, come la gran parte di questo sito, i contenuti del libro sono in larga parte basati su osservazioni ed esperimenti.
Il libro è stato tradotto in italiano, se vuoi acquistare il testo clicca qui.
L’opera fu scritta negli anni ’60 da un chirurgo plastico, pur rappresentando una potente novità (allora ed adesso) nel campo della psicologia. Il dott. M. Maltz osservò che alcuni dei suoi pazienti, dopo aver ricevuto un significativo intervento chirurgico che migliorava i loro connotati o rimuoveva i danni subiti dopo un incidente, miglioravano enormemente la loro vita sociale, relazionale e professionale. Lo stesso, però, notò anche che un significativo numero di pazienti, nonostante l’intervento, non mostrava, nella propria vita, i miglioramenti auspicati e prevedibili. Il chirurgo cominciò dunque a ricercare la vera radice della diversità degli effetti scaturiti dagli interventi e comprese che ogni individuo aveva una immagine del sè. Se questa immagine migliorava insieme al miglioramento estetico apportato dall’intervento, la persona affrontava la vita con una nuova forza e raggiungeva gli obiettivi voluti. Se, al contrario, il paziente non riusciva a suprare la sua impasse psicologica, anche un netto miglioramento del “guscio esteriore” non era sufficiente a farla tendere verso la vita dei suoi sogni.
Da questa osservazione nasce il capolavoro di cui scrivo qui, il cui punto fondamentale è che ognuno di noi deve “visualizzare” la persona che vuole essere e tenere questa immagine il più possibile nello schermo della mente. Aggiunge che se fissiamo fermamente una immagine positiva di noi stessi nella nostra mente cosciente, questa immagine passa poi al subconscio che, in via automatica, trova il modo di rendere reale tale immagine.
La mente razionale ed il corpo trovano il modo di creare ciò che è costantemente desiderato ed immaginato. Occorre, come nella applicazione della Legge di Attrazione, una certa fede. Quando ti fissi un obiettivo apparentemente impossibile devi avere fede che lo raggiungerai, anche se, appunto, è quasi impossibile e non hai la più pallida idea di quello che dovrai fare per raggiungerlo. Le risposte saranno date al momento in cui serviranno, in forza dell’azione del subconscio adeguatamente condizionato.
Se sei scettico/razionale, credo che la spiegazione appena esposta possa essere condivisa da te, in pratica: una parte del tuo cervello, debitamente stimolata, ti da ciò che ti serve per arrivare ad un traguardo.
Se sei più aperto alla spiritualità, invece: puoi credere che le energie dell’Universo ti hanno messo nella situazione giusta al momento giusto, e ti hanno infuso, tramite l’istinto, la reazione adeguata ad una certa sfida.
Ciò non vuol dire che dobbiamo convincerci di essere perfetti, di saper risolvere qualunque difficoltà e prova da soli e di sapere tutto. Giova essere il più possibile realistici, ma sbilanciandoci verso l’ottimismo e la fiducia nelle nostre potenzialità. L’autore avverte che un errore più comune nell’uomo è quello di sottostimare le proprie capacità. In base alla sua osservazione dei suoi pazienti, così come in base ad altri studi psicologici, infatti, gli uomini tendono ad avere una immagine del sè come di qualcuno non meritevole di felicità e successo, e spesso raggiungono proprio il risultato coerente all’immagine del sè infelice ed incapace.
Questa idea, pur partendo da osservazioni scientifiche, è molto simile a quella di chi crede nella Legge di attrazione: Il pensiero visualizzato ricorrentemene, che stimola le emozioni relative, si manifesta. Mi ha positivamente colpito leggere come teorie fondate su osservazioni scientifiche fossero perfettamente armoniose con idee più astratte e spirituali.
L’autore porta, tra gli altri, gli esempi dei balbuzienti ed illustra come i genitori di tali soggetti siano i corresponsabili del difetto di dizione dei figli. Come? Semplicemente dicendo che i figli non sanno parlare, che sono balbuzienti. Tale messaggio, quindi, è recepito dalla fertile mente del bambino che comincia a vedere se stesso come un balbuziente, diventandolo sempre di più.
Il dott. Maxwell Maltz, poi, fornisce una serie di istruzioni pratiche ed esercizi di psicocibernetica per imparare a tenere a bada i pensieri negativi e disfattisti e sostituirli con quelli positivi e costruttivi. Illustra tecniche di meditazione per meglio controllare questi processi di monitoraggio dei nostri pensieri al fine di renderli il più indirizzati verso la felicità. Se vuoi saperne qualcosa in più sulla meditazione clicca qui.
Nella sua appassionante disamina, l’autore lambisce anche altre tematiche interessantissime per chi voglia migliorare la qualità della propria vita, come il perdono: in poche pagine, con grande lucidità, mette a nudo la vera natura del perdono, fornendo consigli preziosi sul perchè praticarlo e come. Ancora, ventila l’ipotesi (da me condivisa in conclusione del precedente articolo, che trovi cliccando qui) che ciascuno di noi possa influire notevolmente sul proprio invecchiamento.
In estrema sintesi, una pietra miliare della letteratura sulla crescita personale che coniuga scientificità e spiritualità.
Clicca qui se vuoi maggiori informazioni ed acquistare il libro. Specifico che la mia recensione è basata sull’edizione originale in inglese, non sulla traduzione.
Grazie ed a presto.