No, non sono uscito di senno. Gli amori romantici, o meglio, l’ideale che esalta gli stessi, sono la causa del fallimento di molte relazioni e matrimoni.
In che senso, ti chiederai…
Per chiarirci, è bene definire un’attimo cosa sia l’amore romantico.
Per amore romantico intendo quello della prima fase dei rapporti, quello potentissimo, che fa sentire le cosiddette farfalle nello stomaco, quello che ci fa credere che non solo la nostra dolce metà, ma l’intero mondo sia perfetto… anche perchè l’intero mondo si “riduce” alla dolce metà.
Per non menzionare, poi, l’aspetto sessuale. Nell’amore romantico, la passione è perfetta, sotto tutti i punti di vista.
Ok, allora, perchè queste cose meravigliose dovrebbero essere dannose?
Mmm… non so se rovinarti la sorpresa, ma queste belle cose sono i-n-e-v-i-t-a-b-i-l-m-e-n-t-e destinate a finire. Ebbene, quando queste meraviglie si estinguono, se non c’è qualcosa di più concreto alla base del rapporto, quest’ ultimo, mi dispiace deluderti, va allo scatafascio.
Se si ha fortuna non si arriva ad odiarsi con chi prima era il centro del proprio mondo.
È bene capire, piuttosto presto nella vita, che l’amore romantico, come sopra descritto, è “per sempre” solo nei film, nei romanzi rosa e nel confuso immaginario collettivo. Mi spiace essere così brutale (per chi non si fosse ancora del tutto svegliato).
Questo non vuol dire che l’amore non esiste, e che non esiste la possibilità di essere felici con un compagno di vita.
Significa semplicemente che non si arriva alla terza età con l’ardore del primo anno -anno e mezzo massimo- e non solo per eventuali limiti fisici. L’amore romantico non può durare per sempre, non è fatto per durare tanto. È uno stratagemma della natura per spingerci a perpetrare la specie, frammisto alle favole ed ai film che lo celebrano costantemente e ne affermano l’eternità.
Se vuoi migliorare la tua relazione a distanza non perderti questo articolo.
Chi conosce questo sito, sa che è positivo per definizione, quindi, dopo avere così tanto demoralizzato chi ancora credeva nelle fiabe, è giunto il momento di scrivere delle cose positive e costruttive.
Come già accennato: le relazioni stabili e felici esistono. Si tratta, però, di relazioni in cui le persone coinvolte, sia durante l’amore romantico che dopo, hanno compreso che dovevano valutare l’altra parte al di là della gioia e della piacevole stupefazione dell’inizio. Si tratta di persone che hanno compreso e, perchè no, amato i difetti dell’altro. Che hanno intuito come anche quelle debolezze dell’altro fossero espressione di quell’unicità di chi avevano di fronte. Sono persone che non sono andate nel panico quando l’attrazione sessuale sembrava sparire pian piano, comprendendo che questa è una dinamica naturale e fisiologica. Ed hanno forse trovato la forza e creatività di modificare il gioco del corteggiamento e dell’accoppiamento, per “riaccendere la fiamma”piuttosto che andare in cerca di sfogo altrove.
Ma soprattutto, coloro che hanno portato avanti la relazione attraverso i suoi inevitabili cambiamenti e, per certi versi, peggioramenti rispetto all’amore degli inizi, hanno compiuto un’evoluzione importantissima.
Qual’ è questa evoluzione?
L’evoluzione consiste nell comprendere in modo razionale e consapevole, oppure in modo istintivo e non lucido (ma comunque in modo efficace ed utilissimo), che per far durare un rapporto bisogna evolvere in prima persona. L’evoluzione consiste nel capire che la felicità, od almeno la serenità e stabilità, si creano dall’interno e non dipendono dall’altro.
Coloro che hanno compiuto quest’evoluzione hanno smesso di cercare all’esterno la fonte delle loro soddisfazioni, hanno smesso di “costringere” il povero amato ad essere la risposta a tutte le angosce della vita. Queste persone hanno compiuto –forse inconsapevolmente- un passo spirituale importante:
hanno compreso l’equilibrio delle cose e la tendenziale bontà e prosperità di tutto ciò che ci circonda, quindi hanno intuito che non c’era bisogno di sobbarcare l’altro di responsabilità enormi ed insostenibili.
Sì, è proprio così: quando si è preda dell’amore romantico si attribuisce all’altro il ruolo di Atlante che supporta il proprio benessere. Sì ama egoisticamente, perchè si ama nell’altro il bene che gli abbiamo imposto di portarci. Quando sorgono incomprensioni e problemi, o quando si comprende che l’altro non può portare tutte quelle responsabilità, subentra una desolazione ancora più forte di quella che c’era prima dell’incontro amoroso e non è difficile che questa si transmuti in odio.
Ne deriva l’inevitabile consiglio di non sposarsi – come ancora qualcuno fa- nei primi mesi del rapporto, forti del grande trasporto iniziale. Quando quella passione finirà cominceranno tanti problemi.
Non siamo più nell’ottocento, c’è totale libertà di conoscersi e di capirsi prima di sposarsi e mettere al mondo i figli.
Ma si tratta di concetti difficili da applicare… ognuno, anche il più affezionato lettore del sito, od il più razionale, quando si troverà nel ciclone dell’amore stile Disney, penserà: “questa si che è la volta buona… che meraviglia, mi gioco tutta la mia famiglia ed i miei beni per sposarmi e vivere felice e contento!”
Questa sopravvalutazione dell’amore romantico dipende, oltrechè da film e romanzi, anche dal fatto che spesso si vuole la gratificazione immediata. Si vuole tutto e subito, e quando si è nelle prime fasi dell’innamoramento, l’altra persona rappresenta proprio Tutto.
Per l’arte ringraziamo:
il connazionale Francesco Hayez, per il bacio,
L’ignoto scultore de L’Atlante Farnese