E siamo al secondo passo della serie sul successo, cominciata con “Danni delle celebrità monouso”. Il titolo è già sufficientmente esplicativo, ma vediamo in dettaglio cosa intendo.
Gli apparati scolastico ed universitario sono espressioni di un sistema. Quale è il sistema di cui sono espressione?Possiamo chiamarlo “la società”, oppure “il governo”, oppure “Il ministero dell’istruzione o “l’università” (minuscole volute). Ma anche la famiglia rientra nel concetto, nel senso che anche lei contribuisce all’esistenza del sistema società e del sottosistema dell’istruzione. Ebbene, questi sistemi, dando sfogo al più naturale ed anche sacrosanto istinto di qualunque organismo, quello della sopravvivenza, cercano di mantenersi e perpetrarsi. (Nel libro “Io Amo”, recensito la settimana scorsa, si menzionava la grande forza dell’amore che spinge alla creazione ed all’evoluzione dell’Universo- si tratta dello stesso fenomeno). Tornando agli enti e sistemi, questi, con la loro forza – perché, purtroppo, governi, scuole e chiese sono molto forti, ma solo perchè glielo concediamo noi, e concediamo loro il nostro potere- impongono la loro volontà di mantenersi, rafforzarsi e perpetrarsi. E queste finalità sono per loro enormemente più forti ed importanti del benessere degli studenti – loro malgrado piccoli ingranaggi del sistema. Il risultato netto è che scuola ed università, per numerosissime ragioni, non forniscono agli studenti ciò che per loro sarebbe meglio. Giusto per citare alcuni esempi: aizzano inesorabilmente la competizione anziché far germogliare la fratellanza tra gli individui, e la percezione dell’Infinta Grazia ed Abbondanza dell’ Essere, nella quale raggiungere i propri fini è molto più facile ed indolore, per sè e per il prossimo. Ancora: impongono al povero fanciullo la convinzione dell’inamovibilità dei limiti della scienza, ed il disprezzo per la metafisica, materia molto più interessante e comprensiva. Tarpano le ali della creatività e dell’intuizione, molto spesso, in nome di programmi vecchi e preconcetti, già nel momento in cui nascono.
Mi accorgo, però, che contro i princìpi ispiratori di siamouniverso – secondo i quali tento di condurre la mia esistenza- mi sono dilungato sin troppo in una critica, e nel dipingere una panoramica sconsolante; mentre in realtà voglio cercare di ispirarmi ed ispirare a soluzioni positive, che sono convinto esistano sempre.
Quindi, vengo al fulcro dell’articolo, menzionato nel titolo: ciascuno di noi dovrebbe cercare la propria istruzione. Ciascuno di noi dovrebbe tenere alta la curiosità e la voglia di conoscere e sperimentare. Frasi come “sono troppo vecchio per imparare”, “non ho tempo” o “non ho memoria” siano tenute al bando per favore. Imparare è una goduria… Imparare qualunque cosa, ed è possibile farlo, come ho provato ad illustrare nel recente articolo sull’autodidattismo.
Per questo se alcuni di voi guastano il tempo a seguire i cantori di sventura della TV e di molti giornali, dovrebbero piuttosto pensare di dedicare quel tempo a letture che ispirino, incoraggino e sostengano lo spirito, come auspicabilmente fa questo sito.
Se poi si fa la fin troppo facile equivalenza (ma anche un po’ condivisibile 🙂 ) per cui successo=molto denaro, allora il consiglio cardine di quest’ articolo è ancora più valido. Scuola ed università non insegneranno mai i princìpi del vero successo economico.
In verità, non è nemmeno facile ridurre a corpo unitario tali princìpi, questo occorre ricordarlo, ma le facoltà di economia, ad esempio, fanno un pessimo servizio in tal senso. Ed io credo, come esponevo sopra, che il non insegnare i veri segreti del successo sia in parte anche effetto di malizia ed egoismo: le scuole ed università devono preservare se stesse, ed il modo per farlo è insegnare lo status quo (accuratamente selezionato affinchè sia stantìus quo) piuttosto che incoraggiare ciascuno ad esplodere con la propria energia e creatività, con la fanciullesca ed innata (e poi ammazzata) facoltà di sperimentare, sezionare e ricomporre i mattoni dell’esistenza (e del sapere). Al sistema non fa particolarmente comodo l’artista, il genio, lo spirito libero. Così come non fa comodo (almeno fino al momento in cui non lo possa spremere con la morsa fiscale) l’imprenditore illuminato. Al sistema fa comodo il bravo soldatino.
Quali sarebbero i segreti del successo… “economico”? Una complicata miscela di grande perseveranza, fiducia in se stessi, fiducia nella gestione delle energie della propria esistenza (come teorizzato nella Legge di Attrazione) e tante nozioni ed esperienze… il tutto spesso ben lontano dalle leggi della domanda e dell’offerta o da altre teorie economiche. Un’altro “segreto” sta, a mio parere, nel cercare di elevare enormemente la propria competenza in ambito informatico. L’informatica e, più in generale, l’impatto della tecnologia dell’informazione nel nostro mondo, dovrebbe essere la prima materia da insegnare nelle scuole… o meglio: la prima materia da scegliere di approfondire da sè.
Tornando al “sistema” che ho tanto criticato in apertura, voglio fare un passo di riconciliazione: dico che va rispettato, ma che è solo una base, un’inizio, un trampolino di lancio per le nostre esistenze. Nel momento in cui ci schiaccia (e lo fa spesso ed in vari modi, ripeto, con la nostra complicità) deve essere trasceso. Nella fenomenologia dei Chakra, il sistema (stato, governo, famiglia, istituzioni varie) è la tribù, ciò che ci tiene legato alla terra, e che ci dà la vita… Ma indugiare in esso importa un blocco energetico ed una menomazione dello sviluppo e della “salita” verso l’espressione degli altri Chakra.
Dunque, buon apprendimento e buona lettura.
A presto.
Foto di Austin Neill