Crescita personale

Ritrovare la felicità a 50 anni pedalando dalla Svizzera a…

Risparmiare denaro e bicicletta
In bicicletta dalla Svizzera a...la ricerca della felicità.
Scritto da Alexander

Oggi scriverò di una grandissima avventura in cui si sta cimentando un mio vecchio amico. Un’avventura che sicuramente affascinerà e, nello spirito di questo sito, potrebbe fare crescere, od aiutare a ritrovare la felicità eventualmente persa…

Si tratta della prima intervista di SiamoUniverso, quindi non perdertela. È un’ intervista che idealmente continua l’indagine dell’articolo precedente sul significato della felicità e sulla ricerca di metodi per essere felici.

Introduciamo l’interessante protagonista:

Arturo W. , argentino di origini tedesche… Già da molto giovane, la sua anima divisa tra l’Europa centrale ed il tropicalissimo delta del rio della Plata: tra le alpi e la giungla, dove c’erano occasionali straripamenti di acqua fangosa che arrivava fino in salotto. (Fu durante una di queste piene che ebbi il piacere di conoscerlo).

Recentemente, per la sua passione per l’Europa, viveva in Svizzera.

A quasi cinquanta anni si è trovato senza lavoro, anche un po’ per scelta, e qualcosa dentro gli ha dato uno scossone, comunicandogli: “Ha senso la vita che stai facendo? Dove ti porterà? Vorresti provare una grande sfida, magari vedendo cosa ti insegna?”

E cosa ha risposto Arturo? “All’inizio, niente. Non avevo nemmeno l’energia per rispondere” dice.

Ma poi pensa di Andare in bici dalla Svizzera… fino a dove arriva, fino a dove può, ad oltranza.

Hai capito bene: migliaia di km di bicicletta, passando anche per stati pericolosi (anche se non credo a queste classificazioni fatte allo scopo di seminare la paura e la zizzania tra gli umani). Notti in tenda, persone nuove ogni giorno, vedute sorprendenti ogni giorno, ed in balìa del clima.

crescere spiritualmente con bicicletta

Il colore della vita nelle cose semplici

Ed il nostro eroe prende questa decisione senza essere un ciclista. Così, puramente e semplicemente. Non si allena, appena si documenta su quale debba essere l’articolata ma compatta attrezzatura necessaria; dorme in tenda durante l’inverno svizzero per acclimatarsi; niente più di questo, e poi via…

Alla sua tenera età, inoltre, ha imparato ad impostare un blog e, da ormai quattro mesi, lo compila con dovizia di dettagli, foto ed emozioni… Non so dove trovi il tempo e le energie anche per fare questo.

Il blog non è, purtroppo, in Italiano, lingua in cui il nostro se la cava, ma nei “suoi” spagnolo e tedesco, e poi in inglese (se volessi imparare una di queste lingue, assicurati di seguire i fondamentali del metodo per imparare una lingua da autodidatta, cliccando qui).

Insomma, Arturo è quello che io definirei forse un pazzo, ma sicuramente illuminato.

Di seguito trovi il testo di una mini intervista che gli ho fatto. In tema con il sito, il colloquio è impostato a capire qualcosa in più sul senso della vita, e su come possiamo considerare di migliorarla.

Perché hai fatto questa scelta?

“Volevo morire. Dentro me avevo già cominciato. Come morire se sei già morto? Offrirgli il mio corpo ad un abete tirolese, immerso proprio in uno dei quei boschi che tanta luce mi toglievano? Proprio a loro? Mai! Devo viaggiare, mi devo spostare. Che sia ovunque, da coloro che mai mi hanno tolto nulla, tra coloro ai quali non devo nulla. Ero cosciente però di un rischio, di un piccolo rischio. E se ben era vero che nulla poteva essere peggiore di ciò che stavo vivendo, e considerando che cercavo la morte, il rischio di (ri)trovare il piacere ed il gusto nella vita era uno grosso, che dovevo pero rischiare. Alla fine sono sempre stato un Joker, un Gambler.”

Non ti sei preoccupato dei rischi alla salute? Se si, come hai “risolto” la paura?

“Assolutamente nessuna preoccupazione per rischi e salute. Quando sei in depressione non sono pensieri che fai.”

Cosa pensi di trovare durante il viaggio/ alla fine?

“Da quando sono partito, parecchie cose sono cambiate. Ciò che era un “rischio” è accaduto. Lo scenario “temuto” si è avverato; e la conseguenza è che godo dei sorrisi: I miei propri e quelli degli altri. Non mi aspetto nulla alla fine. Lo scopo è il viaggio in se stesso.”

L’esperienza ti sta insegnando qualcosa sul senso della vita? Sulle priorità? Sulla disponibilità di chi ti sta aiutando?

“Avevo letto tante ‘frasi fatte’, composte da semplici persone o da emeriti filosofi. Come quella di regalare un sorriso e tanti altri ti tornerano indietro, che la magia della vita succede al di fuori della tua ‘comfort zone’ ecc ecc… Si, queste frasi sempre mi sono piaciute, ma non le avevo mai messe in pratica davvero, non le avevo mai sperimentate. Oggi le sto mettendo in pratica, eh già, funzionano.”

Credi che, per essere veramente felici ed in pace, bisogna viaggiare e conoscere molti posti nuovi?

“No, niente affatto. Non credo che viaggiare molto sia la chiave per la felicità. E se almeno sapessi cosa sia la felicità potrei risponderti con un’altra certezza. Viaggiare, nel mio caso, e un mix tra scappare, mollare, incontrare e rincominciare. Il viaggiare in un certo senso mi alleggerisce. Quando viaggi sei sempre ospite, sempre festeggiato; e non hai nessun impegno o responsabilità nei confronti di terzi, o nei confronti della società. Sei impunito ed impunibile. Ti metti in una situazione comoda e perfino un po’ egoista. Certamente c’è anche una componente (forse lodevole) importante e vera, che è quella che avevo sin da piccolo: la curiosità e la sete di scoprire, di sapere e di muovermi sull’ orlo dei  miei limiti. Forse è un po’ lo spirito d’avventura che tanti portiamo dentro, ma che non tutti  sono capaci di concretizzare. E non la concretizzano o perchè non possono mollare la loro vita “di tutti i giorni” oppure perche hanno il coraggio di restare.”

Se vuoi sapere qualcosa in più visita www.bike4happines.com

Risparmiare denaro e bicicletta

In bicicletta dalla Svizzera a…la ricerca della felicità.

Foto di Michal Koralewsky e kyhuskers2

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