Cloud Atlas, recensione:
In poche parole: si tratta di un film straordinario, la cui unica pecca, se così si può dire, è di avere voluto dire troppo in troppo poco spazio. Il film è anche epocale poiché presenta contenuti “di spessore” in un incarto da blockbuster.
Quali sarebbero questi contenuti? L’ interdipendenza di tutti gli esseri, la ricorrenza di avvenimenti storici, fondamentale conflitto- tra gli uomini e negli uomini- tra bene e male, essenziale atemporalità dell’esistenza umana – o sua infinità- , possibilità di sfidare i limiti spaziali, tra gli altri…
Se non conosci il film, ti consiglio di provvedere ai ripari, cliccando qui.
Dopo averlo visto, torna qui, così sarai molto più in grado di seguire questa recensione/interpretazione. Se procedi nella lettura sei il benvenuto, ma alcune sorprese ti potrebbero essere rovinate (“spoiler alert”).
Considera che le seguenti riflessioni sono basate anche sulla lettura del libro, che ho intrapreso per l’entusiasmo suscitato dal film.
I messaggi più rilevanti e riccorrenti nel film sono, a mio parere, due:
- La reincarnazione;
- L’interdipendenza del tutto.
Nel film (come nel libro) non è mai espresso a chiare lettere che la reincarnazione esista, ma ciò è reso abbastanza evidente dalla ricorrenza della cometa. Luisa Rey (la giornalista), l’avvocato Adam Ewing, Meronym la presciente, Robert Frobisher il musicista e Sonmi-451 hanno la “voglia” a forma di cometa, come se si trattasse di un sigillo che contraddistingue i corpi abitati da un unica anima, o, forse, da anime affini, le quali insieme, nel corso di migliaia di anni, devono esplorare tematiche affini ed interconnesse. E qualche volta questa comunicazione tra le anime passa anche attraverso lo scambio di oggetti o le relazioni tra persone.
Vediamo, per esempio, la giornalista Luisa Rey leggere le lettere di Frobisher (che potrebbe essere una sua precedente incarnazione, oppure una “anima affine”) datele dall’anziano Rufus Sixsmith, che era stato l’amante dello stesso Frobisher.
Questo ci porta direttamente al secondo punto: quello dell’interdipendenza di tutte le cose, tutte le anime e tutte le esperienze.
Le azioni di Timothy Cavendish, nella sua epopea resa in versione cinematografica, diventano grande motivo ispiratore per le azioni rivoluzionarie di Sonmi-451. Le azioni di Sonmi-451, diventano mitologia, o agiografia per i popoli delle valli (o Valligeri).
A quest’ultimo proposito – la relazione tra le vicende di Sonmi-451 e quella dei popoli delle valli- sento di affermare che c’è un altro messaggio interessantissimo. Il messaggio interessante è che il futuro tecnologicamente avanzato di Sonmi-451 è anteriore all’epoca “tribale e primitiva” di Zachary e degli abitanti delle valli.
Si tratta della tematica delle società evolute e sviluppate che finiscono per autodistruggersi – nell’opera si parla della “Caduta” per indicare l’autodistruzione- e riavviare un ciclo preistoria-epoca roboticizzata e tecnologica. Si tratta di una tematica fondamentale, perchè al giorno d’oggi già siamo nella situazione di autodistruggerci con le nostre mani, per cui riflettere sulla possibilità, anche al livello del singolo individuo, può servire a scongiurare un tale cataclisma (oppure vogliamo continuare a dire “ah, ma se i politici non smettono di fare le guerre..” ?).
E se scongiurare la cancellazione della civiltà umana come esiste adesso non è una possibilità, poiché è nell’ordine delle cose che l’umanità viva cicli di “nascita”- “crescita” e “distruzione”, riflettere su tale necessità potrebbe comunque rendere migliori questi passaggi obbligati.
Questo ha riscontri nella realtà: Atlantide ed altre civiltà che, per certi versi, erano più avanzate della nostra, sono già esistite. Ma scusami “scienza” o “storiografia ufficiale” se non esistono le prove di ciò; prove, si badi, secondo le tue regole ed i tuoi criteri.
Non solo, vediamo che nell’ epoca dei “Valligeri” questi hanno contatti con i prescienti, i quali sono una popolazione enormemente più avanzata quanto a tecnologia e cultura. Tali prescienti sono loro contemporanei: un popolo in grado di usare laser e comunicazioni radar a tutto spiano ed un popolo all’età della pietra sono contemporanei! Questo, a mio parere, infligge un duro colpo all’idea solita e stereotipata del passaggio del tempo come fenomeno meramente lineare, in cui vi è un prima ed un dopo. Io credo, come ampiamente illustrato in “Riflessioni eretiche sul tempo”, che il concetto tradizionale del passaggio del tempo sia una grande bufala.
Aggiungo qui che, per evolversi veramente come esseri umani e cogliere il vero senso del nostro spirito, comprendere che il tempo non esiste, o non esiste nel modo in cui comunemente lo si percepisce, è un passaggio essenziale.
Scosso alle fondamenta il concetto di svolgersi lineare del tempo, ne consegue anche che i grandi pilastri della storia e della storiografia sono da rimettere in discussione.
Si può affermare veramente che l’uomo di neandertal esisteva centomila anni fa? Siamo sicuri che in un qualche luogo, in una qualche dimensione, od in un qualsivoglia diavolo di modo si possa immaginare, l’uomo di neandertal non sia reale, vivo e vegeto… adesso.
Del resto, in questo preciso istante, anche per la “storiografia tradizionale”, per la “scienza”, o per l’umano logico e razionale, esistono popolazioni che fanno danze tribali intorno ai falò e bevono sangue.
Se vuoi vedere le fotografie con i tuoi occhi, compra l’eccellente libro fotografico “Before they Pass Away”.
Così come, probabilmente, esistono luoghi (non necessariamente su altri pianeti) in cui la tecnologia consente il viaggio con il “teletrasporto” o la fabbricazione di astronavi in casa.
Tornando al film ed ai rapporti tra “avanzati” prescienti e “arretrati” valligeri, mi sento di osservare che lo sviluppo tecnologico non è necessariamente sinonimo di “avanzamento”. E’ vero, i prescienti viaggiano su astronavi meravigliose, ma i valligeri sentono e vedono presenze naturali.
Io non credo che l’una caratteristica sia da preferirsi all’altra. Anzi, il futuro distopico- che forse futuro non è- della Corea di Sonmi-451 è orripilante e da evitare a tutti i costi. Le atmosfere desolanti e desolate del famoso Blade Runner sono rassicuranti, se paragonate a quella Corea.
Vediamo anche che i prescienti (“ricchi” “avanzati” e “tecnologici”) sono di carnagione scura. Loro sono i forti, hanno strategia, mezzi ed armi per annientare i valligeri (che sono dei bianchi), ma, fortunatamente, scelgono di collaborare con loro. Nella vicenda vediamo come, fortunatamente, il razzismo e la paura del diverso sono relativamente superati.
Il razzismo ritorna nella vicenda di Adam Ewing, che diviene grande amico dello schiavo nero, essendone poi salvato da morte sicura; qui il razzismo è superato, anche se “solo” al livello individuale (solo è una parola inadatta, non dimenticare che tu, come singolo, sei Universo, ed hai un potere incredibile, sta a te usarlo bene).
La Corea distopica di Sonmi-451, chiamata con un brillante neologismo “Corpocracy” nel testo originale (“Multinazionalocrazia”, potremmo tradurre) ci illustra gli orrori del consumismo sfrenato. Un mondo che funziona solo per produrre e consumare, per generare ricchezza economica a vantaggio di pochi e schiavizzando altri (molti… troppi). Un sistema, addirittura, che produce i suoi schiavi in serie, con una catena di montaggio, attraverso la clonazione. Un sistema in cui l’umanità è divisa in:
“purosangue” (la cerchia più vicina alle corporazioni),
“Consumatori” (i cosiddetti uomini liberi… di cosa, poi? Di spendere ininterrottamente?,
“Servitori” (i cloni-schiavi).
Un mondo in cui gli alberi sono piantati (a centinaia di chilometri dalle megalopoli- mai che un po’ di natura possa essere apprezzata dalle masse) con inclusi nel genoma i pesticidi, e che quindi emettono tanfo. E sono piantati giusto perchè da qualche parte vi è un remoto retaggio dell’importanza della natura, non certo per essere osservati, goduti ed amati.
Questi ultimi dettagli dell’eopoea di Sonmi-451 sono tratti dal libro che, insisto, ti consiglio caldamente. Devi, però, avere una buona conoscenza dell’Inglese, perchè il linguaggio utilizzato è estremamente forbito e particolareggiato. Vi sono poi numerosi stili, ed il passaggio dall’uno all’altro può generare confusione. Ma lo trovi in italiano cliccando qui.
Mi accomiato, sperando di averti intrattenuto e fatto riflettere… E sperando di non avere ingarbugliato la matassa, allacciando tra loro tante idee complesse. Ma uno dei punti è proprio questo, ricordi? L’interdipendenza del Tutto.
Se il film ti è sembrato confuso, spero che qui abbia trovato una degna spiegazione di Cloud Atlas.
Schizzo artistico di Nea So Copro per gentile concessione di AK-ART