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Come completare i 30 giorni magici per il cambiamento

sconfiggere la procrastinazione, accrescere la motivazione, miglioramento personale, crescita personale
Questa sì che è perseveranza!
Scritto da Alexander

Qualche mese fa, in I trenta giorni magici per il cambiamento, consigliavo di impegnarsi solo per 30 giorni al fine di eliminare un vizio od introdurre nella propria vita una abitudine positiva. A distanza di 9 mesi, dopo diversi riconoscimenti positivi dai lettori ed altri esperimenti di 30 giorni andati a buon fine (perché completati e perché mi hanno regalato nuove abitudini positive) credo sia giunto il momento di fornire ulteriori consigli e strategie per applicare quest’ eccellete strumento di crescita personale. Assicurati di leggere l’articolo iniziale cliccando il link al primo rigo di quest’ articolo, poi torna su questo articolo, capirai tutto molto meglio.

Alcuni possono trovare difficile il traguardo di mantenere e consolidare un’abitudine per 30 giorni, col risultato di abbandonare prima e, ciò che è peggio, di dare anche un colpo alla propria autostima, ed alla fiducia in se stessi. Ecco che il presente articolo, con i suggerimenti per “tenere duro” durane i trenta giorni magici, si rende utile.

In primo luogo, è importante cominciare bene… prima di cominciare. Prima di avviarsi ai trenta giorni per il cambiamento bisogna sondare le proprie volontà e motivazioni, e chiarirsi bene all’interno, come e perché si vuole fare l’esperimento dei trenta giorni.

Bisogna, quindi

Decidere attentamente perché fare l’esperimento…

La parola “decidere” non è stata utilizzata a caso. Decidere significa decidere, il latino de-cidere significa “tagliare via” “tagliare da”, cioè eliminare tutto ciò che non è rilevante. Con l’etimologia del vocabolo possiamo comprendere bene, dunque, come se una cosa si decide, tutto il contorno è eliminato e bandito: non esiste “ah sì, però…”, “ma per colpa di questoequello non lo faccio”, “adesso… rimando, poi lo farò bene il mese prossimo”. Tutti i fronzoli sono banditi. Altrimenti non v’è decisione, bensì “considerazione” o “progettazione”.

Se decidi di affrontare i trenta giorni magici per il cambiamento, stabilisci che assumerai un determinato comportamento per 30 giorni, interi. Se non vuoi, non te la senti, o prevedi ci possano essere degli imprevisti, allora non stai decidendo di imbarcarti nella produttiva attività dei 30 giorni magici per il cambiamento. Se cominci e poi smetti dopo 10 giorni, non avevi deciso di affrontare la prova. Avrai fatto qualcos’altro, ma non i trenta giorni per il cambiamento.

Considera bene i pro ed i contro, stabilisci cosa sei disposto a fare, e le attività che ti sembrano effettivamente troppo difficileìi (escludendo queste ultime dall’esperimento), poni in modo chiaro quello che farai o non farai, per te stesso e quando ne parli. Fatto ciò sarai pronto per decidere di cominciare il periodo.

La possibilità di interrompere l’esperimento non deve proprio esistere, non deve proprio essere considerata: solo allora avrai veramente deciso.

Ovviamente, nell’ipotesi in cui dovessero sorgere emergenze molto rilevanti e completamente impreviste, potrai concederti di interrompere il tuo periodo; ma dovrebbe trattarsi di ipotesi veramente eccezionali.

Se puoi, sempre nella fase precedente l’inizio dell’esperimento, metti per iscritto possibili ostacoli e complicazioni, stabilendo che solo al presentarsi di questi interromperai. E chiarisci pure che ipotesi come pigrizia, stanchezza, o leggera fatica non saranno considerabili come ostacoli, ma solo come scuse.

Porre tutto in bianco e nero…

Uno dei motivi per non “tenere duro” durante i trenta giorni per il cambiamento e quello di avere fissato dei parametri molto vaghi per stabilire quale sia una condotta valida o corretta ai fini dell’esperimento. Ciò consente di imbrogliare molto più facilmente, e causa un’assenza di motivazione quando si mantiene l’impegno preso. Bisognerebbe fissare una linea netta di demarcazione tra quale comportamento è consono al traguardo prefissato, e quale no; limitando, correlativamente, le “zone grigie”.

Se vuoi decidere di essere vegano per trenta giorni, ad esempio, fallisci se mangi anche un solo boccone di qualche alimento proveniente da animali. E sei al giorno 0 di nuovo.

Se il tuo intento è fare più attività fisica, o mangiare alimenti più salutari, svegliarsi più presto… lascia perdere. Non hai veramente deciso (secondo quanto esposto al punto precedente), e sarai troppo facilmente preda di carenza di motivazione secondo quanto esposto poco sopra. Le zone grigie sono troppo grandi!

Trasforma intenti generici come “svegliarsi presto” in “svegliarsi alle 6”; e non usare il bottone snooze quando suona la sveglia. Ogni cosa che somiglia ad un bottone snooze rappresenta una decisione a metà, che dovrebbe essere circostanziata prima di cominciare il periodo di cambiamento.

Motivarsi compilando una lista corposa dei benefici che si otterranno con il successo nel periodo di trenta giorni…

Se vi sono molte ragioni per completare il periodo, sarà più difficile smettere. Perchè fai il periodo? Quali attività vuoi imparare? Che benefici avrà il tuo corpo? Sono alcune delle domande che potresti farti seguendo questo consiglio. Le ragioni per portare a compimento l’opera dovrebbero essere più forti delle scuse possibili.

Una buona idea sarebbe anche quella di auto-imporsi una penale in caso di fallimento nel completamento dei 30 giorni. Nel precedente articolo consigliavo di informare qualche amico o familiare del proprio intento. Ebbene, questi ultimi potrebbero anche essere gli arbitri che sentenziano l’eventuale fallimento e raccolgono l’ammenda auto-imposta.

Quest ultimo accorgimento funziona particolarmente bene con i soggetti che sono più motivati dall’evitare una perdita od un danno piuttosto che con coloro che sono motivati maggiormente dal raggiungimento di potenziali benefici.

Considerare e prepararsi per cali della motivazione

Nel lavoro preparatorio ai trenta giorni magici, è opportuno prevedere ed accettare che vi saranno dei cali motivazionali.

È ovvio che all’inizio la motivazione sarà massima, e che dopo, soprattutto nella fascia tra i 5 ed i 15 giorni (in cui vi sono ancora tanti giorni davanti) questa cali.  Bisogna capire ed attendersi che ad un certo punto l’esperienza sarà faticosa.

Il lato positivo è che ciò fornirà un’occasione per migliorare la propria forza e resistenza mentale. L’esperimento si fa proprio per crescere, e per migliorare la propria resa emotiva e mentale. Si tratta di un esercizio di resistenza, una resistenza che ci fa crescere.

Quando a giugno 2016 decisi di scrivere tre articoli a settimana, per esempio, spesso non mi sentivo creativo a sufficienza, oppure avrei preferito fare altro. Ma vissi l’esperienza come un allenamento di resistenza, ed avevo seriamente deciso di portare a termine l’esperimento, a tutti i costi. Una delle motivazioni di allora, fu quella di potere guardare indietro al periodo e sentire orgoglio dentro di me… piuttosto che il senso della sconfitta per tutta la vita.

Insomma: puoi contare su di te quando le cose si fanno difficili? Se affronti molti periodi magici per il cambiamento e li porti a termine allenerai la tua resistenza mentale, saprai che puoi portare a compimento le decisioni ed i progetti difficili, e sarai portato a compiere imprese sempre più impegnative, accrescendo il tuo successo generale.

sconfiggere la procrastinazione, accrescere la motivazione, miglioramento personale, crescita personale

Questa sì che è perseveranza!

Allenarsi…

Se 30 giorni possono sembrare difficili (anche se si trata di un’eccellente compromesso tra durata non eccessiva e lunghezza tale da fornire un serio rafforzamento dell’abitudine), si può cominciare con sfide da 5, 7 o 15 giorni.

Se ci si prefissa un obiettivo più raggiungibile, sarà più facile avere successo e cominciare il circolo virtuoso di successo-nuovo esperimento- maggiore successo. Sarà poi più facile affrontare i fatidici trenta giorni.

Vi è molta potenza nel sapere che si sono portate a compimento numerose sfide… e che quelle che non si sono portate a compimento sono state mancate per difficoltà veramente insormontabili e nonostante i migliori sforzi, non perchè si sia ceduto a scuse banali.

E se si sente che i propri sforzi siano piuttosto deboli, bisogna proprio allora insistere su esperimenti più brevi, o su esperimenti di 30 giorni, ma su sfide molto semplici. Così si costruirà quel muscolo alla resistenza e vi sarà sempre più fiducia in se stessi, per affrontare sfide sempre più impegnative raggiungendo sempre più spesso il successo.

 

Foto di Jacob Owens

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